Piove.
La mia stanza è fredda.
Umida.
Lo scroscio della pioggia
mi rilassa.
Siedo alla mia scrivania.
Foglio davanti e penna tra le dita
il letto alle mie spalle.
Cerco le parole ma la pioggia distrae i sentimenti
che oggi non vogliono essere catturati.
Vetri gocciolanti.
Profuno di pini e sottobosco.
Lotto per scrivere
per tradurre le emozioni.
Voglio farlo
a tutti i costi
ma la natura mi sovrasta
e calcella l’inquietudine.
La nebbia offusca le colline
mentre il vento cambia direzione alle gocce
sapide o acide
che scendono
ovunque.
Mi spossa
tutto questo.
Non riesco a scrivere
ed osservo le parole schivare la pioggia
serpeggiando senza capo né coda
tra le lacrime del cielo
e confondersi
fino a svanire tra i vapori della terra
tra le lacrime che tornano al firmamento
per ricadere
più tardi
o altrove.